martedì 23 ottobre 2007

asilo nido


Penso al mio luogo di lavoro. Abbastanza grande e con gente che spazia dal laureato con doppio master a personale con la licenza media, e tutti che parlano tranquillamente gli uni con gli altri, eh! Un luogo democratico, in fondo.
Ieri però in un vuoto lavorativo mi sono messa a chiacchierare con una collega-amica e dalle esperienze comuni interne all'azienda è venuto fuori che a livello di rapporti interpersonali siamo alla stregua di un asilo nido.
Vi ricordate voi donne di oggi quando all'asilo il bimbo peste con le ginocchia sporche di fango vi tirava le trecce o vi attaccava la resina delle pigne al grembiulino?
Dove lavoro io succede ancora.
Insomma, siamo una massa di trenta-quarantenni che ancora usa l'insulto giocoso o la provocazione pseudo a doppio senso per attaccare bottone con qualcuno che gli interessa .
Drive in ci ha proprio rovinato, e anche Alvaro Vitali. L'atteggiamento è quello del ragioner Fantozzi che guarda le donnine in tv, con mezza linguetta di fuori e un imbarazzo crescente dentro di sè.
Ok, ma non è che noi del gentil sesso siamo messe meglio. Sempre più infognate nella paranoia ambulante, ci facciamo i problemi per noi stesse, per l'uomo che ci interessa e forse anche per ciò che ne potrebbe pensare sua madre, in caso.
La testa vola oltre a cercare problemi inesistenti o comunque molto lontani, e la possibile ipotetica relazione finisce prima, ma molto prima, perchè chissà, un giorno potremmo litigare per il loculo.
E' stata illuminante in questo senso la risposta di ieri di una mia cara amica che da 4 anni vive dall'altro lato del globo e che per fortuna sua si è skippata il nano e altre cose italiane ma, soprattutto, ha acquisito l'ingenuità ma anche il modo diretto di trattare le relazioni degli australiani.
Ieri a mezzanotte la mia testa vorticava attorno al traumatico quesito: invito questo tizio che mi interessa ma non so che cosa ci voglio fare (una relazione, una one night stand, un semplice caffè) a uscire con me? O è una cosa che non si può fare? E se rifiuta? E se finge un ictus?
La sua risposta è stata: "Beh, dov'è il problema?"
4 parole luminose. Effettivamente, dov'è il problema? Ho 30 anni, diverse esperienze, sono abbastanza indipendente e ho un meraviglioso cane che mi ama. Non cerco un uomo da sposare perchè non ne ho bisogno. Per ora. Ma come è normale ogni tanto i miei ormoni si devono sfogare.
Così come quelli di molti colleghi, che però si scontrano anche loro con chissà quali paranoie interiori.
Non sto promuovendo il libero amore come John Sinclair (anche se sarebbe molto divertente da vedere quanto meno) però cavoli, un pò meno di legacci non ci farebbero male.